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Il Castello di Novara è una delle principali attrazioni della città insieme alla Basilica di San Gaudenzio, al teatro Coccia e al  Palazzo Tornielli Bellini.  Fin dalla sua costruzione voluta dal Guelfo Francesco della Torre, il Castello di Novara racconta della lunga e travagliata relazione tra le città di Novara e Milano. Un rapido sguardo alle sue caratteristiche architettoniche infatti permetteranno al visitatore di accorgersi della somiglianza di questa fortezza con quella al centro del capoluogo lombardo. A testimoniare il legame con la città di Milano inoltre vi è lo stemma sforzesco, il biscione, che campeggia sulla facciata del castello di Novara.

La storia del Castello

Il Medioevo

Il Fratello di Napo Torriani, Francesco, fece costruire una torre recintata annessi alla quale figuravano una serie di edifici di proprietà della famiglia Vercellese dei Tettoni. Il vero e proprio castello tuttavia comincerà a prendere forma solo più tardi quando iniziarono a stabilirsi delle relazioni tra i Torriani e la famiglia Visconti di Milano. Nacque così il primo castello Visconteo che insisteva sulle fondamenta di precedenti fortificazioni di epoca romana e i fossati che circondavano la struttura ne garantivano la funzione militare ed amministrativa della città di Novara.

Della struttura originale tuttavia ad oggi rimane in piedi solo la torre al lato nord ovest del castello caratterizzata dalla riconoscibili merlature viscontee.  Nel 1468 sotto il governo del Duca Galeazzo Maria Sforza iniziarono importanti lavori di ristrutturazione  che comportarono la razionalizzazione degli spazi all’interno di un’area quadrangolare. I lavori si protrassero troppo a lungo ed a causa di mancanza di fondi furono interrotti. La mancanza di un’adeguata copertura causò nel tempo ingenti danni e fu solo con l’intervento di Lodovico il Moro a fine secolo che il castello venne ristrutturato ed ultimato.

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Il Rinascimento

Con la dominazione spagnola del Ducato di Milano la città di Novara, parte del Ducato, crebbe di importanza. Considerata strategica dagli Spagnoli infatti vide crescere il suo ruolo strategico e militare e questo comportò l’ampliamento della struttura difensiva della città di cui il castello originare divenne il centro nevralgico.

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Il periodo Napoleonico

Il castello divenne carcere solo nel periodo napoleonico. La decisione di spostare le carceri dal Palazzo del Pretorio al castello comportò pesanti manomissioni alle strutture medievali esistenti: furono ricavate alcune finestre nella muratura, altre vennero chiuse, si eliminarono le merlature, la corte divenne il cortile per l’ora d’aria dei prigionieri e vennero approntate torricelle di vedetta carceraria nei quattro angoli bastionati.

 

L’edificio ospitò il carcere per 170 anni ininterrottamente, il che comportò un danneggiamento rapido della struttura; tra i vari detenuti è da ricordare Claretta Petacci, amante di Benito Mussolini. Nuovi interventi vennero svolti a metà dell’Ottocento, quando fu abbattuta buona parte della cinta di bastioni e si realizzarono sui tre lati gli eleganti giardini pubblici chiamati Allea.

Il Castello di Novara oggi

Nel 1973 le prigioni vennero trasferiti alla Bicocca e dopo alcuni passaggi tra lo Stato e la municipalità di Novara si decise per un intervento di recupero del Castello che versava, negli anni ottanta, in pessime condizioni. Il restauro iniziò con l’abbattimento di alcune strutture ottocentesche prive di ogni valore architettonico. In seguito il progetto affidato all’architetto Paolo Zermani, professore ordinario di composizione architettonica presso la Facoltà di architettura dell’Università di Firenze, ha restituito questa importante fortezza ai novaresi e ai turisti in visita alla città piemontese.

Dove dormire a Novara

Una visita al Castello di Novara è tappa obbligatoria per chi desidera organizzare un fine settimana in questa caratteristica città piemontese.

LVG Hotel Collection è presente in città con due strutture.

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